Buon pomeriggio amici Readers, oggi vi propongo la recensione di un intenso ed appassionante romanzo storico, "Il quaderno delle parole perdute" scritto da Pip Williams ed edito da Garzanti. Ringrazio la casa editrice per avermi gentilmente fornito una copia del libro. Buona Lettura 📖
◇ TRAMA ◇
Oxford. Lo Scriptorium nel giardino segreto è il luogo preferito della
piccola Esme. Lì, nascosta sotto un immenso tavolo di legno, ruba parole
scritte su bianchi fogli. Parole che il padre lessicografo scarta mentre redige
il primo dizionario universale. Più Esme cresce, più capisce che le definizioni
che non compariranno nel lemmario ufficiale hanno qualcosa in comune: parlano
delle donne, del loro modo di essere, delle loro esperienze. Parlano della
sorellanza, dell'amore che non è solo possesso, dell'essere compagne in una
lotta comune. Escluderle significa non dar loro una voce, guardare il mondo da
un unico punto di vista, soffocare possibilità e speranze. Eppure c'è chi fa di
tutto per farle scomparire per sempre. Anni dopo, Esme è determinata a fare in
modo che questo non accada. Per tutta la vita ha collezionato quelle parole con
l'intenzione di proteggerle, perché ha un sogno: scrivere un dizionario delle
donne, che restituisca a ciò che è andato perduto il rispetto che merita. Per
farlo deve combattere contro chi non la pensa come lei. Ma a darle coraggio ci
sono tutte le donne che da secoli non aspettano altro che far parte della
storia e non essere dimenticate. Un romanzo che, prendendo spunto dalla storia
vera della nascita dell'Oxford English Dictionary, scrive un inno
all'importanza delle parole e dei libri. Un inno al diritto delle donne di
rivestire un ruolo centrale nella cultura e nella società. Una storia che
unisce al fascino intramontabile dell'ambientazione accademica di Oxford e
Cambridge un messaggio di potente attualità.
Esme Nicoll non ha avuto
proprio un’infanzia convenzionale. Sin da quando era solo una bambina, suo
padre l’ha sempre portata sul suo posto di lavoro, il famoso Scriptorium, dove
lui insieme al Prof Murray e ad altri lessicografi lavora per la stesura della
prima edizione dell’Oxford English Dictionary. Inevitabilmente la piccola Esme inizierà
ad appassionarsi al loro lavoro, immaginando di poter dare a modo suo un
piccolo contributo. Un giorno come tanti succede qualcosa che finirà con l’influenzare
il suo futuro. Tra le sue mani infatti finisce una piccola scheda contenente
una delle tante parole a cui suo padre sta lavorando, è in questo preciso
momento che Esme scoprirà che purtroppo alcune parole, proprio come quella
della sua scheda, non potranno per varie ragioni essere inserite nel Dizionario.
All’insaputa di tutti quindi inizierà a collezionare e nascondere tutte quelle
schede impossibili da utilizzare. Diventata però una giovane donna, ad Esme,
non basterà più la sua piccola collezione, all’infuori dello Scriptorium infatti
ci sono ancora tantissime altre parole che attendono solamente di essere
trovate da lei. Aiutata quindi dalla sua fidata amica Lizzie, armata di carta e
penna, comincerà ad intervistare la gente del popolo così da raccoglierne il
più possibile, e dare vita ad un suo Dizionario alternativo, in cui tali
vocaboli possano divenire immortali.
Devo ammettere che ho
faticato un po’ ad immergermi completamente in questa lettura. Ho trovato
infatti la prima parte del libro un po’ troppo lenta e monocorde, secondo il
mio gusto personale. Se fosse stato un romanzo diverso, avrei senza alcun
dubbio interrotto la mia lettura, ma il
mio istinto mi diceva di non mollare e di proseguire perché il suo vero
potenziale non era ancora stato mostrato. E devo dire che anche questa volta il
mio istinto ha avuto proprio ragione. Superato infatti quest’ ostacolo
iniziale, la storia prende vita e diventa molto più coinvolgente ed appassionante.
Non mi sarei mai aspettata che questo romanzo potesse prendermi ed emozionarmi
in questo modo.
In questo suo romanzo d’esordio,
l’autrice, mi ha permesso di conoscere in maniera più approfondita i vari
retroscena legati alla stesura del famoso Oxford English Dictionary. Grazie a
lei, per la prima volta mi sono soffermata a riflettere sull’immenso e duro
lavoro, l’impegno e la passione di coloro, senza il cui inestimabile contributo,
non si sarebbe arrivati alla pubblicazione di un’opera di tale portata.
Ho apprezzato la scelta di
intrecciare al racconto vero dell’Oxford English Dictionary, anche quello, frutto
esclusivamente dell’immaginazione dell’autrice, della protagonista Esme. Così
facendo il lettore si sentirà ancora più intrigato e coinvolto da questa
straordinaria storia.
Nel corso della narrazione
seguiremo il personaggio di Esme nelle tappe più importanti della sua vita e
pagina dopo pagina impareremo a conoscerla e ad amarla in ogni sua piccola sfaccettatura.
Esme è una ragazza molto sensibile, intelligente, curiosa e determinata.
Rimasta orfana di madre
molto piccola, Esme viene cresciuta dal suo amato padre Harry, un’illustre
lessicografo nonché collaboratore di fiducia del Prof. Murray. Esme ha sempre
considerato lo Scriptorium come la sua casa, il suo rifugio, come un luogo
magico in cui le parole riescono a prendere vita. Per questo il suo grande
sogno è proprio quello di poter seguire le orme del padre e poter collaborare
alla stesura del Dizionario. Quando da piccola scoprirà che alcune parole,
considerate poco consone o prive di una dettagliata documentazione, non verranno
inserite nel Dizionario, rischiando col tempo di andare perse per sempre,
qualcosa la spinge a proteggerle e nasconderle in modo da poterle preservare
nel tempo. Crescendo, Esme, spinta dalla sua sete di conoscenza, per ampliare
la sua speciale raccolta di vocaboli, decide di recarsi direttamente alla
fonte, ovvero il popolo e le sue donne, le uniche in grado di farle conoscere
il vero linguaggio di uso comune. Il suo grande sogno è quello di poter un
giorno creare un Dizionario alternativo, un luogo in cui tutte le parole, senza
alcun tipo di esclusione, vengono ricordate per sempre e tramandate ai posteri.
Nonostante questo romanzo
sia ambientato in Inghilterra, a cavallo tra l’800 e il 900, in una società prettamente
maschilista, l’autrice ha deciso di inserire al suo interno delle figure
femminile molto forti e ben caratterizzate. Si tratta infatti delle varie donne
che in un modo o nell’altro faranno parte della storia della protagonista Esme,
accompagnandola nel corso della sua vita.
Tra queste ci sono Lizzie,
la governante di casa Murray che nonostante la poca differenza d’età seguirà
passo dopo passo Esme come se fosse una sorella o una mamma, diventando una
vera figura di riferimento. Ditte, una delle più care amiche dei genitori di
Esme, nonché una delle poche donne volontarie che ha lavorato veramente per l’Oxford
English Dictionary. Ditte è sempre stata un po’ come una zia per Esme, colei
che l’ha aiutata ad affrontare alcuni momenti particolari della sua vita. Poi c’è
Mabel, una mendicante conosciuta al mercato, colei che con la sua parlantina e i
suoi vocaboli sconci ha aiutato a far crescere esponenzialmente la collezione
di Esme. Ed infine abbiamo Tilde, un’attrice di teatro e suffragetta, che farà
capire ad Esme quanto sia importante per la donna battersi per ottenere i proprio
diritti e la propria voce.
“Il quaderno delle parole
perdute” è un piccolo tesoro della narrativa storica che gli amanti del genere
non possono proprio lasciarsi scappare.
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