martedì 8 giugno 2021

Recensione " Il quaderno delle parole perdute" di Pip Williams

 Buon pomeriggio amici Readers, oggi vi propongo la recensione di un intenso ed appassionante romanzo storico,  "Il quaderno delle parole perdute" scritto da Pip Williams ed edito da Garzanti. Ringrazio la casa editrice per avermi gentilmente fornito una copia del libro. Buona Lettura 📖






TITOLO : Il quaderno delle parole perdute
AUTORE : Pip Williams
CASA EDITRICE : Garzanti
GENERE : Romanzo d'ambientazione storica
PAGINE : 432
DATA DI USCITA : 20 Maggio 2021

◇ TRAMA 

Oxford. Lo Scriptorium nel giardino segreto è il luogo preferito della piccola Esme. Lì, nascosta sotto un immenso tavolo di legno, ruba parole scritte su bianchi fogli. Parole che il padre lessicografo scarta mentre redige il primo dizionario universale. Più Esme cresce, più capisce che le definizioni che non compariranno nel lemmario ufficiale hanno qualcosa in comune: parlano delle donne, del loro modo di essere, delle loro esperienze. Parlano della sorellanza, dell'amore che non è solo possesso, dell'essere compagne in una lotta comune. Escluderle significa non dar loro una voce, guardare il mondo da un unico punto di vista, soffocare possibilità e speranze. Eppure c'è chi fa di tutto per farle scomparire per sempre. Anni dopo, Esme è determinata a fare in modo che questo non accada. Per tutta la vita ha collezionato quelle parole con l'intenzione di proteggerle, perché ha un sogno: scrivere un dizionario delle donne, che restituisca a ciò che è andato perduto il rispetto che merita. Per farlo deve combattere contro chi non la pensa come lei. Ma a darle coraggio ci sono tutte le donne che da secoli non aspettano altro che far parte della storia e non essere dimenticate. Un romanzo che, prendendo spunto dalla storia vera della nascita dell'Oxford English Dictionary, scrive un inno all'importanza delle parole e dei libri. Un inno al diritto delle donne di rivestire un ruolo centrale nella cultura e nella società. Una storia che unisce al fascino intramontabile dell'ambientazione accademica di Oxford e Cambridge un messaggio di potente attualità.




Esme Nicoll non ha avuto proprio un’infanzia convenzionale. Sin da quando era solo una bambina, suo padre l’ha sempre portata sul suo posto di lavoro, il famoso Scriptorium, dove lui insieme al Prof Murray e ad altri lessicografi lavora per la stesura della prima edizione dell’Oxford English Dictionary. Inevitabilmente la piccola Esme inizierà ad appassionarsi al loro lavoro, immaginando di poter dare a modo suo un piccolo contributo. Un giorno come tanti succede qualcosa che finirà con l’influenzare il suo futuro. Tra le sue mani infatti finisce una piccola scheda contenente una delle tante parole a cui suo padre sta lavorando, è in questo preciso momento che Esme scoprirà che purtroppo alcune parole, proprio come quella della sua scheda, non potranno per varie ragioni essere inserite nel Dizionario. All’insaputa di tutti quindi inizierà a collezionare e nascondere tutte quelle schede impossibili da utilizzare. Diventata però una giovane donna, ad Esme, non basterà più la sua piccola collezione, all’infuori dello Scriptorium infatti ci sono ancora tantissime altre parole che attendono solamente di essere trovate da lei. Aiutata quindi dalla sua fidata amica Lizzie, armata di carta e penna, comincerà ad intervistare la gente del popolo così da raccoglierne il più possibile, e dare vita ad un suo Dizionario alternativo, in cui tali vocaboli possano divenire immortali.

Devo ammettere che ho faticato un po’ ad immergermi completamente in questa lettura. Ho trovato infatti la prima parte del libro un po’ troppo lenta e monocorde, secondo il mio gusto personale. Se fosse stato un romanzo diverso, avrei senza alcun dubbio interrotto la mia lettura, ma  il mio istinto mi diceva di non mollare e di proseguire perché il suo vero potenziale non era ancora stato mostrato. E devo dire che anche questa volta il mio istinto ha avuto proprio ragione. Superato infatti quest’ ostacolo iniziale, la storia prende vita e diventa molto più coinvolgente ed appassionante. Non mi sarei mai aspettata che questo romanzo potesse prendermi ed emozionarmi in questo modo.

In questo suo romanzo d’esordio, l’autrice, mi ha permesso di conoscere in maniera più approfondita i vari retroscena legati alla stesura del famoso Oxford English Dictionary. Grazie a lei, per la prima volta mi sono soffermata a riflettere sull’immenso e duro lavoro, l’impegno e la passione di coloro, senza il cui inestimabile contributo, non si sarebbe arrivati alla pubblicazione di un’opera di tale portata.

Ho apprezzato la scelta di intrecciare al racconto vero dell’Oxford English Dictionary, anche quello, frutto esclusivamente dell’immaginazione dell’autrice, della protagonista Esme. Così facendo il lettore si sentirà ancora più intrigato e coinvolto da questa straordinaria storia.

Nel corso della narrazione seguiremo il personaggio di Esme nelle tappe più importanti della sua vita e pagina dopo pagina impareremo a conoscerla e ad amarla in ogni sua piccola sfaccettatura. Esme è una ragazza molto sensibile, intelligente, curiosa e determinata.

Rimasta orfana di madre molto piccola, Esme viene cresciuta dal suo amato padre Harry, un’illustre lessicografo nonché collaboratore di fiducia del Prof. Murray. Esme ha sempre considerato lo Scriptorium come la sua casa, il suo rifugio, come un luogo magico in cui le parole riescono a prendere vita. Per questo il suo grande sogno è proprio quello di poter seguire le orme del padre e poter collaborare alla stesura del Dizionario. Quando da piccola scoprirà che alcune parole, considerate poco consone o prive di una dettagliata documentazione, non verranno inserite nel Dizionario, rischiando col tempo di andare perse per sempre, qualcosa la spinge a proteggerle e nasconderle in modo da poterle preservare nel tempo. Crescendo, Esme, spinta dalla sua sete di conoscenza, per ampliare la sua speciale raccolta di vocaboli, decide di recarsi direttamente alla fonte, ovvero il popolo e le sue donne, le uniche in grado di farle conoscere il vero linguaggio di uso comune. Il suo grande sogno è quello di poter un giorno creare un Dizionario alternativo, un luogo in cui tutte le parole, senza alcun tipo di esclusione, vengono ricordate per sempre e tramandate ai posteri.  

Nonostante questo romanzo sia ambientato in Inghilterra, a cavallo tra l’800 e il 900, in una società prettamente maschilista, l’autrice ha deciso di inserire al suo interno delle figure femminile molto forti e ben caratterizzate. Si tratta infatti delle varie donne che in un modo o nell’altro faranno parte della storia della protagonista Esme, accompagnandola nel corso della sua vita.

Tra queste ci sono Lizzie, la governante di casa Murray che nonostante la poca differenza d’età seguirà passo dopo passo Esme come se fosse una sorella o una mamma, diventando una vera figura di riferimento. Ditte, una delle più care amiche dei genitori di Esme, nonché una delle poche donne volontarie che ha lavorato veramente per l’Oxford English Dictionary. Ditte è sempre stata un po’ come una zia per Esme, colei che l’ha aiutata ad affrontare alcuni momenti particolari della sua vita. Poi c’è Mabel, una mendicante conosciuta al mercato, colei che con la sua parlantina e i suoi vocaboli sconci ha aiutato a far crescere esponenzialmente la collezione di Esme. Ed infine abbiamo Tilde, un’attrice di teatro e suffragetta, che farà capire ad Esme quanto sia importante per la donna battersi per ottenere i proprio diritti e la propria voce.

“Il quaderno delle parole perdute” è un piccolo tesoro della narrativa storica che gli amanti del genere non possono proprio lasciarsi scappare.





A presto con la mia prossima recensione 📚








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